Viaggio storico e letterario nella comunità dei Tatari polacco-lituani attraverso Baśnie, podania i legendy polskich Tatarów di Selim Mirza Chazbijewicz

I Tatari scrivevano in polacco o bielorusso usando i caratteri arabi e slavizzando termini di origine turca, araba, uigur e persiana (Akiner 2009: 69–72). Se dal punto di vista linguistico i Tatari si assimilarono alle popolazioni locali, dal punto di vista religioso un numero consistente continuò a seguire l’Islam, mantenendo vive le proprie tradizioni.

La letteratura dei Tatari polacco-lituani è divisa in due generi: la letteratura popolare e la letteratura religiosa. In questo articolo ci occuperemo principalmente della letteratura popolare. Prima, però, occorre fare una panoramica sulla letteratura religiosa. Si tratta principalmente di traduzioni e commenti del Corano, biografie dei profeti, libri di preghiere e invocazioni. In questa categoria rientrano: kitab, tafsir, khamail e tajwid.

I kitab erano dei libri religiosi scritti a mano da autori anonimi, contenenti precetti religiosi, versetti coranici, storie dei profeti e preghiere. I kitab erano scritti in polacco o bielorusso utilizzando i caratteri arabi (Radziszewska, 2009: 261–263).

Con il termine tafsir in arabo si intende l’interpretazione del Corano. Per i Tatari, invece, i tafsir erano le traduzioni in polacco del testo sacro dell’Islam. Molto probabilmente tale equivoco si deve al fatto che la parola tłumaczenie in polacco significa sia traduzione sia interpretazione. I primi tafsir furono scritti tra le fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.

I khamail erano dei libri contenenti scongiuri, preghiere per le varie occasioni e festività, l’oroscopo e l’interpretazione dei sogni.

Infine il tajwid, per gli arabi l’arte della recitazione del Corano. I Tatari con tale termine indicavano i libri che insegnavano a leggere e pronunciare correttamente le sure del Corano.

Per quanto riguarda la letteratura contemporanea ricordiamo il libro pubblicato nel 2010 Versi tatari, la mia eredità, una raccolta di oltre cento poesie scritte da autori diversi, in cui il tema ricorrente è l’identità tatara.

Senza ombra di dubbio il massimo esponente della letteratura tatara contemporanea è Selim Chazbjiewicz. Di origini tatare, nacque a Danzica nel 1955. Dopo essersi laureato in lingua e letteratura polacca all’Università di Danzica, ha conseguito un dottorato in Lettere e Filosofia presso l’Università “Adam Mickiewicz” di Poznań. Dal 1986 al 1991 è stato redattore del periodico quadrimestrale “Życie muzułmańskie” («Vita musulmana») e dal 1994 al 2003 è stato redattore del periodico “Rocznik Tatarów polskich” («Annuario dei Tatari polacchi»). Nel 2002 ha conseguito il titolo di dottore in Scienze politiche conducendo un lavoro di ricerca sui Tatari di Crimea. Chazbjiewicz ha fondato con Maciej Konopacki e Stefan Mucharski L’Unione dei Tatari della Repubblica Polacca di cui è stato presidente dal 1999 al 2007. Lo scrittore è stato anche imam della moschea di Danzica e dal 1998 al 2008 co-presidente del Consiglio dei Cattolici e Musulmani Polacchi.

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