Le peculiarità altoatesine nella narrativa italiana: il caso di Eva dorme di Francesca Melandri

Questa situazione difficile, quasi drammatica, è riportata nel romanzo di Francesca Melandri:

[…] l’alternativa non veniva posta tra il restare o il partire, bensì tra il dichiararsi Walsch oppure Daitsch: italiani o tedeschi. Non si poteva restare tedeschi su suolo italiano […]. Restare […] era inequivocabile segno di tradimento, insubordinazione contro la causa nazionalsocialista, viltà (Melandri 2017: 32).

Secondo le stime l’80–90% degli autoctoni si dichiara favorevole all’emigrazione. Tuttavia le Opzioni vengono interrotte dallo scoppio della guerra (Sternalski 2013: 57).

Nel 1943, con la capitolazione dell’Italia, l’Alto Adige viene annesso al Terzo Reich; ciò permette ai tirolesi emigrati, dopo aver scelto l’opzione tedesca, di tornare nella propria terra e agli altri impedisce la partenza l’opzione prescelta per le ragioni politiche, ma emotivamente non voluta. Bisogna ricordare che da unaparte tale situazione è per i sudtirolesi fino ad allora non partiti la liberazione dal fascismo, dall’altra però significa immersione nel nazismo. Inoltre, coloro che si sono trasferiti in Germania, ritornando a casa, si ritrovano le proprie abitazioni occupate (dagli italiani).

Dopo la seconda guerra mondiale, si ripresenta il problema riguardante il Paese a cui sarebbe dovuto appartenere l’Alto Adige. L’accordo De Gasperi-Gruber (che prende il nome dal ministro italiano Alcide De Gasperi e dal ministro austriaco Karl Gruber, stipulato a Parigi il 5 settembre 1946) annette la regione al territorio italiano, seppur obbligando gli italiani ad assicurare i diritti degli abitanti germanofoni (Marcantoni, Postal 2014: 20), l’accordo «costituirà la base dell’autonomia sudtirolese e dei suoi successivi sviluppi» (Blanco 2006: 133).

Il primo statuto di autonomia del 1948, valido per entrambe le provincie, non è stato pienamente rispettato. Ciò dà vita a delle proteste, tra le quali la più grande e più importante ha luogo a Castel Firmiano il 17 novembre 1957 guidata da Silvius Magnago, con il motto: Los von Trient! [Via da Trento!]. I partecipanti richiedono «un’autonomia provinciale non legata a un’altra provincia di lingua italiana, come quella di Trento» (Melandri 2017: 53) e i più radicali addirittura un’autonomia da Roma (Los von Rom! [Via da Roma!]) (Melandri 2017: 53).

Nel 1956 viene fondato il BAS (Befreiungsausschuss Sudtirol, letteralmente: Comitato per la liberazione del Sudtirolo) «con l’obiettivo iniziale di mettere in atto una serie di azioni dimostrative per richiamare l’attenzione sul Sudtirolo, sia internamente sia sul piano internazionale» (Marcantoni, Postal 2014: 37). Con esso inizia la prima fase del terrorismo altoatesino, il cui culmine si raggiunge con la notte dei fuochi dell’11 giugno 1961.

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