Le peculiarità altoatesine nella narrativa italiana: il caso di Eva dorme di Francesca Melandri

Secondo il romanzo Magnago riteneva che le popolazioni dovevano essere divise. Magari tale determinazione si potrebbe giustificare con le esperienze del tempo del fascismo. Rimane però aperta la domanda se siano attuali anche nei tempi della globalizzazione. E infatti tale quesito ritornerà nella narrazione di Melandri.

Prima intanto occorre soffermarci sulle opinioni attribuite dall’autrice al famoso politico altoatesino. Secondo il Magnago fittizio la divisione è necessaria per impedire il mescolarsi delle culture: un processo che provocherebbe il rischio di diminuzione della specifica culturale, linguistica e perfino etnica del Sudtirolo:

Mescolanze e confusioni tra le comunità avrebbero portato, una volta di più, alla deflagrazione, al caos […]: i Mischehen tra italiani e tedeschi erano l’inizio della fine per il Sudtirolo (Melandri 2017: 305).

E in un altro passaggio del romanzo:

«Nicht Knödel mit Spaghetti mischen», canederli e spaghetti non vanno mescolati. Scuole, biblioteche, assessorati, centri culturali: tutto doveva essere separato (Melandri 2017: 262).

Ed infatti così succede, come è stato già segnalato prima. Lo attesta anche una delle protagoniste di Melandri nella parte del libro ambientata contemporaneamente:

Ora sono sul trenino locale che mi porta verso Fortezza/Franzensfeste. Appeso in alto, in fondo dal vagone, c’è un poster del Deutsches Kultur- und Familienamt, l’assessorato alla famiglia e alla cultura per la popolazione in lingua tedesca rigorosamente distinto è separato dal suo omologo per gli italiani (Melandri 2017: 58).

Per facilitare l’approvazione della separazione è stato introdotto lo strumento legale chiamato «censimento etnico», che serve a stabilire a quale etnia appartenga un individuo. Il problema più rilevante del censimento è l’impossibilità di identificarsi con più di un’etnia. Per la legge non esiste l’identità multipla né mista. Inoltre la scelta è vincolante ed ha un grandissimo impatto sulla vita quotidiana.

Ogni abitante adulto dell’Alto Adige doveva dichiararsi tedesco, ladino o italiano. Chi si rifiutava di compilare la dichiarazione non avrebbe potuto insegnare, chiedere contributi statali, lavorare nel pubblico impiego. Soprattutto definirsi multietnici non si poteva (Melandri 2017: 262).

s. 201