Le peculiarità altoatesine nella narrativa italiana: il caso di Eva dorme di Francesca Melandri

L’Alto Adige è una delle province meno conosciute d’Italia. Un piccolo microcosmo situato all’estremo lato settentrionale dello Stato che non è molto presente nella riflessione letteraria o culturale riguardante l’Appennino. Una delle prove più note che cerca di colmare questo vuoto nell’ambito editoriale e letterario italiano degli ultimi anni è il romanzo Eva dorme di Francesca Melandri. Il libro pubblicato da Mondadori nel 2011 ha avuto un grande successo in Italia. Peraltro è il primo romanzo sulla tematica altoatesina indirizzato ad un pubblico così vasto, in grado di oltrepassare il cerchio letterario locale.

Eva dorme è un romanzo che tratta della storia altoatesina attraverso il racconto della vita di due donne: Gerda e Eva, madre e figlia, immerse nella complicata specificità locale. La questione regionale non è l’unico tema del libro, ma è quello su cui ci soffermeremo nel presente articolo.

Geografia, storia e politica dell’Alto Adige

Prima di cominciare la riflessione sugli aspetti letterari è opportuno riportare qualche informazione generale: cos’è esattamente l’Alto Adige, dove si trova, qual era la sua storia, com’è il suo status politico attuale e in che modo esso influisce sulla vita quotidiana.

Il nome ‘Alto Adige’ è quello più utilizzato per denominare la terra di cui si tratta nel presente testo. Tuttavia il suo nome ufficiale è La Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige (chiamata in tedesco Autonome Provinz Bozen-Südtirol e in ladino Provinzia Autonoma de Balsan/Bulsan) e insieme con La Provincia Autonoma di Trento (nota come Trentino) costituiscono la regione denominata Trentino-Alto Adige/Südtirol[1]. Le province sono situate nell’Italia settentrionale, a sud del passo del Brennero (Blanco 2006: 121).

La storia

Trattando (anche se soltanto in modo sommario) un tema così complesso come la storia della regione, bisogna ricordare che la storiografia dell’Alto Adige/ Südtirol viene spesso usata per diversi scopi ideologici. Per questo motivo, come ammette Luigi Blanco, non esiste una vera e propria storiografia regionale. Quella esistente è la storiografia utilizzata dai gruppi linguistici per sostenere, difendere e rafforzare il proprio profilo identitario (Blanco 2006: 139).

s. 188-189

[1] Le due province sono le uniche due ad essere autonome in Italia. Invece altre aree amministrative a statuto speciale sono sempre le regioni, quattro in Italia: Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.