La Puglia, una terra da scoprire Un viaggio con Kazimiera Alberti

Pare che proprio lì dove fu ritrovato il quadro della Madonna sia stata costruita la cattedrale di Foggia. Ci racconta come nei secoli i veli siano stati spostati solo una volta nel Cinquecento, poiché un vescovo aveva paura che si potesse celare un’immagine diabolica dietro di essi. Fu l’unica volta in cui fu aperta. Da quel momento ognuno ha avuto la possibilità di poter immaginare il volto della Madonna in maniera del tutto soggettiva e questo alletta molto la scrittrice che ritiene che gli occhi colgano le cose a loro piacimento (Alberti 1951: 221–223).

Restiamo ancora a Foggia, per poter ripercorrere insieme un po’ di storia legata ancora una volta ad un personaggio molto importante: Federico II di Svevia. Il rapporto tra questa città e l’imperatore è sempre stato un tira e molla, un odi et amo. L’autrice ci ricorda come lo «stupor mundi», sia riuscito ad entrare nella cittadina di Foggia, che precedentemente gli aveva negato l’accesso, grazie alla sua poesia (Alberti 1951: 224–225). Ci racconta come:

Foggia ebbe la strana fortuna di essere egualmente amata da Federico II e dal suo più accanito nemico, Carlo d’Angiò. Nella sua Cattedrale trovarono riposo il cuore di Federico e le visceri di Carlo. Queste visceri che tanto spesso avevano ribollito di collera solo al ricordo del nome svevo. Così, in questa strana forma, la storia inscenò il perdono evangelico dopo la morte. Un bel gesto da parte sua. Ma la natura, giudice più spontaneo della storia, […] decise un altro giudizio. Il grande terremoto del 1731 distrusse quasi tutta Foggia (Alberti 1951: 226).

Quindi ci ritroviamo in una terra che fu distrutta dal terremoto nel lontano 1731 e luogo in cui le reliquie di due sovrani, che tanto hanno apprezzato questa località, furono perdute. Purtroppo non solo la natura aveva in serbo delle sorprese “distruttive” per questa città. Durante la seconda guerra mondiale, Foggia, fu bombardata e devastata (Alberti 1951: 226).

Dopo averci parlato di Foggia, siamo pronti per perlustrare e approfondire cosa ci può offrire la città di Troia. Sin dall’inizio l’autrice ci sottolinea come il nome di questo paese ci porti inevitabilmente a pensare al poema dell’Odissea. Inizia qui a raccogliere gli elementi che ci sveleranno il motivo per cui questa cittadina abbia questo nome. Ad esempio ci parla della vicende di Diomede, fondatore di diverse città pugliesi, che ritrovando la propria moglie con un altro uomo decise di abbandonare lei e la sua terra. Fondò una città dal nome Ecana, lì dove conobbe la donna della sua vita Ecania. Purtroppo la posizione di questo paesino, sulla Via Appia, ha fatto sì che fosse luogo di guerre e spargimenti di sangue nel corso dei secoli. Tuttavia è una località che non si arrende mai (Alberti 1951: 228–232).

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