L’alpinista nudo nello specchio del mito

L’autore sostiene che le forme (auto)biografiche contemporanee nella letteratura di montagna polacca stanno sostituendo il vecchio genere dei libri di spedizione. Questo cambiamento è il risultato della ricerca dell’uomo completamente esposto, “reale” e, per così dire, ‘nudo’ come fonte principale dei discorsi culturali contemporanei, che Michel Foucault ha diagnosticato come “sogno antropologico”. Questo articolo è un tentativo di analizzare il discorso dell’alpinismo come un insieme di trasformazioni mitiche (nel senso di Claude Lévi-Strauss).

Campi Phlegraei di William Hamilton – estetica e politica dei vulcani

William Hamilton (1730-1803) è stato uno dei più importanti vulcanologi del suo tempo, famoso per i suoi contributi scientifici e per la sua vita affascinante. Nato nell’aristocrazia britannica, prestò servizio come diplomatico a Napoli, dove scalò il Vesuvio oltre 50 volte e fu testimone di numerose eruzioni. Le sue osservazioni culminarono nella pubblicazione di Campi Phlegraei (1776/1779), che all’epoca era il resoconto più accurato dei Campi Flegrei in Campania, oggi riconosciuti come uno dei più grandi supervulcani della Terra. Hamilton era sposato con la molto più giovane Lady Emma, che divenne l’amante dell’ammiraglio Nelson, soggetto di vari film e del romanzo di Susan Sontag The Volcano Lover. Collezionò manufatti antichi e affascinò visitatori come Goethe con la sua passione per l’antichità. Soprattutto, le sue spedizioni geologiche hanno portato alla luce le origini vulcaniche dell’Italia meridionale, evidenziando la duplice natura dell’attività sismica, al tempo stesso distruttiva ed essenziale per la fertilità della regione. I suoi vividi resoconti illustrano le forze della natura, gettando le basi per la geologia moderna. Campi Phlegraei, illustrato da Pietro Fabris, combina la precisione scientifica con l’estro artistico, catturando i piacevoli paesaggi e le pericolose eruzioni intorno a Napoli e facendo da apripista all’estetica della scrittura naturalistica. Sullo sfondo dei disordini politici e dell’“eruzione” della Rivoluzione francese, i resoconti di Hamilton riflettono anche il clima sociopolitico del suo tempo. Ispirando scrittori e artisti, la sua eredità continua a risuonare. Il libro offre una prospettiva storica sulle sfide ambientali di oggi e sui discorsi contemporanei sul cambiamento climatico e sulla gestione dei disastri.

Non sono poche le pagine dedicate alle montagne… Riflessioni sull’ambito di studio dei mountain studies

L’articolo presenta una discussione sul tema degli studi sulla montagna. Si distinguono due posizioni, rappresentative degli studi letterari polacchi: Jacek Kolbuszewski e Tomasz Stępień. Il primo ricercatore prende le distanze dal termine popolare ma impreciso di “letteratura di montagna”. Kolbuszewski sostiene che è più giustificato parlare di un tema, di un motivo della montagna nella letteratura. Stępień, invece, tenendo conto dello sviluppo degli studi sui media, adotta una definizione ampia, che comprende tutta la letteratura legata alla montagna. I ricercatori sono uniti nella convinzione che sia necessario distinguere la letteratura alpinistica, cioè le opere degli alpinisti.

Zygmunt Krasiński nelle Alpi

L’articolo presenta il viaggio di Zygmunt Krasiński attraverso le Alpi nel 1829–1830 descritto in lettere, frammenti di prosa e nel suo diario. Gli autori del testo si sono concentrati sulle modalità di descrizione dei luoghi visitati, percepiti attraverso il prisma dell’estetica romantica, della sensibilità e (soprattutto) della lettura. Viene mostrata anche l’evoluzione della scrittura di Krasiński dall’imitazione epigona all’indipendenza creativa.

Saturno ed Eros. La gioia come forma di conoscenza di sé

La conoscenza malinconica, personificata da figure come Walter Benjamin o Theodor W. Adorno, è un’estensione di questa tensione primaria nella strumentalizzazione della gioia come affetto autarchico (da un lato) e utopia nominalista e feticismo dell’immediatezza (dall’altro). Nell’articolo, alla “conoscenza malinconica” si accompagnano altri due tipi di gioia: l’etica del cuore di Kant, e la “conoscenza gioiosa” di Nietzsche, entrambe apparentemente fenomenologiche, raggiungono il confine della gioia come condizione di possibilità o impossibilità della vita e della conoscenza. In questo modo si può comprendere la tensione che radicalizza davvero la gioiosa modernità: tra Saturno ed Eros, tra critica epistemologica e fiaba.