Le peculiarità altoatesine nella narrativa italiana: il caso di Eva dorme di Francesca Melandri

L’incomprensione delle caratteristiche locali da parte degli italiani di fuori provincia

Nel romanzo vengono descritti così tanti tipi e sfumature della mancanza di presa di coscienza nei rapporti reciproci che sembra opportuno e lecito dedicare all’argomento più spazio. In tutto il romanzo si trovano tantissime figure di italiani (sia i semplici immigrati che i politici o i delegati di governo) che non sanno cosa sia l’Alto Adige, perché vi siano in vigore le leggi speciali e perché gli abitanti vi parlino altre lingue oltre all’italiano.

Gli emigranti del Sud vennero in Alto Adige cercando migliori condizioni di vita, non sapendo che cosa aspettasse loro. Non erano preparati a trovarsi in un posto così culturalmente diverso dal loro mondo:

Agli immigrati che venivano dall’Italia del Sud nessuno aveva spiegato in che posto stessero andando. A nessuno […] era mai venuto in mente di informarli che stavano per trasferirsi tra gente che parlava tedesco e non mangiava gli spaghetti […]. Era sempre Italia, no? Questo era tutto ciò che a un migrante serviva sapere (Melandri 2017: 44–45).

Si può solo immaginare lo shock che dovevano vivere gli immigrati all’arrivo nella regione di destinazione. Anche gli emigranti in Germania ingenuamente provavano invidia verso colui che rimaneva al territorio italiano invece di varcare la confine: «sempre lo invidiavano, quando lo vedevano scendere al di qua del Brennero. Non sapevano che sì, quella era ancora Italia, ma per modo di dire» (Melandri 2017: 292). Chiamando l’Alto Adige «l’Italia per modo di dire», l’autrice esprime il suo parere sulla lontananza culturale tra la provincia di Bolzano e il resto del Paese.

L’altro aspetto interessante presentato nel libro concerne l’inquadramento da parte degli italiani della regione nel proprio modo di pensare. Si autorizzano da soli a decidere chi sono gli abitanti della piccola provincia montanara: «Cotoletta alla milanese, viner snizzel [ortografia originale], che differenza vi fa? Ormai tanto siete italiani!» (Melandri 2017: 199). È una battuta pronunciata dai delegati del governo italiano durante la cena con i politici sudtirolesi: essa mostra piena ignoranza e incomprensione della specifica regionale. In più, presenta le autorità italiane come coloro che vogliono risolvere in modo autorevole, come dovrebbe identificarsi la gente di cui non sanno niente.

s. 197