Abstracts, nr 1 (9) 2025

Marek Pacukiewicz

EN L’alpinista nudo nello specchio del mito

L’autore sostiene che le forme (auto)biografiche contemporanee nella letteratura di montagna polacca stanno sostituendo il vecchio genere dei libri di spedizione. Questo cambiamento è il risultato della ricerca dell’uomo completamente esposto, “reale” e, per così dire, ‘nudo’ come fonte principale dei discorsi culturali contemporanei, che Michel Foucault ha diagnosticato come “sogno antropologico”. Questo articolo è un tentativo di analizzare il discorso dell’alpinismo come un insieme di trasformazioni mitiche (nel senso di Claude Lévi-Strauss).

Elżbieta Dutka

EN Non sono poche le pagine dedicate alle montagne… Riflessioni sull’ambito di studio dei mountain studies

L’articolo presenta una discussione sul tema degli studi sulla montagna. Si distinguono due posizioni, rappresentative degli studi letterari polacchi: Jacek Kolbuszewski e Tomasz Stępień. Il primo ricercatore prende le distanze dal termine popolare ma impreciso di “letteratura di montagna”. Kolbuszewski sostiene che è più giustificato parlare di un tema, di un motivo della montagna nella letteratura. Stępień, invece, tenendo conto dello sviluppo degli studi sui media, adotta una definizione ampia, che comprende tutta la letteratura legata alla montagna. I ricercatori sono uniti nella convinzione che sia necessario distinguere la letteratura alpinistica, cioè le opere degli alpinisti.

Oliver Lubrich, Thomas Nehrlich

EN Campi Phlegraei di William Hamilton – estetica e politica dei vulcani

William Hamilton (1730–1803) was one of the foremost volcanologists of his time, renowned for his scientific contributions as well as his glamorous life. Born into British aristocracy, he served as a diplomat in Naples, where he climbed Vesuvius over 50 times and witnessed numerous eruptions. His observations culminated in the publication of Campi Phlegraei (1776/1779), which, at the time, was the most accurate account of the Phlegraean Fields in Campania, now recognized as one of the largest supervolcanoes on Earth. Hamilton was married to the much younger Lady Emma, who became the lover of Admiral Nelson, the subject of various movies as well as Susan Sontag’s novel The Volcano Lover. He collected ancient artifacts and captivated visitors such as Goethe with his passion for antiquity. Most importantly, his geological expeditions uncovered the volcanic origins of southern Italy, highlighting the dual nature of seismic activity – both destructive and essential for the region’s fertility. His vivid accounts illustrate the forces of nature, laying foundational insights for modern geology. Campi Phlegraei, illustrato da Pietro Fabris, combina la precisione scientifica con l’estro artistico, catturando i piacevoli paesaggi e le pericolose eruzioni intorno a Napoli e facendo da apripista all’estetica della scrittura naturalistica. Sullo sfondo dei disordini politici e dell’“eruzione” della Rivoluzione francese, i resoconti di Hamilton riflettono anche il clima sociopolitico del suo tempo. Ispirando scrittori e artisti, la sua eredità continua a risuonare. Il libro offre una prospettiva storica sulle sfide ambientali di oggi e sui discorsi contemporanei sul cambiamento climatico e sulla gestione dei disastri.

Barbara Szargot, Maciej Szargot

PL Zygmunt Krasiński nelle Alpi

L’articolo presenta il viaggio di Zygmunt Krasiński attraverso le Alpi nel 1829–1830 descritto in lettere, frammenti di prosa e nel suo diario. Gli autori del testo si sono concentrati sulle modalità di descrizione dei luoghi visitati, percepiti attraverso il prisma dell’estetica romantica, della sensibilità e (soprattutto) della lettura. Viene mostrata anche l’evoluzione della scrittura di Krasiński dall’imitazione epigona all’indipendenza creativa.

Ewa Roszkowska

PL “So cosa ho da perdere e so cosa ho da guadagnare…” – Mieczysław Karłowicz sull’alpinismo sui Tatra

L’articolo presenta Mieczysław Karłowicz come un amante dei Monti Tatra e tenta di analizzare il suo punto di vista sulle montagne e sull’alpinismo sui Tatra. Contrariamente a quanto è stato tramandato per oltre cento anni, Karłowicz non aderì all’este­tismo estremo e alla decadenza  nell’alpinismo dei Tatra, ma fu uno degli ideatori dell’ideologia moderna dell’alpinismo. Definì l’ideale dell’alpinista e cercò di armonizzare gli estremi opposti insiti nell’atto dell’arrampicata. Non rifiutava l’aspetto sportivo dell’alpinismo, ma lo considerava un mezzo necessario per raggiungere l’obiettivo di ricercare e vivere la bellezza della montagna.

Jakub Żmidziński

PL “Le montagne parleranno…” – Aspetti visivi, acustici e mistici del paesaggio montano nel romanzo „Gesù di Nazareth" di Roman Brandstaetter

Nella sua tetralogia, Roman Brandstaetter ricostruisce meticolosamente le forme, i colori e i suoni dell’antico paesaggio palestinese. In questo scenario, le montagne occupano una posizione significativa: sono costantemente visibili come linea dell’orizzonte e sui loro pendii o sulle loro cime si svolgono eventi significativi. Le montagne più importanti di questa regione includono: la montagna desertica della Tentazione – Ein Dok, la collina su cui Gesù pronunciò il suo famoso discorso sulla montagna, l’Hermon, che l’autore associa alla scena della Trasfigurazione, il Monte degli Ulivi e il Golgota. Inoltre, l’autore interpreta la teologia originaria delle montagne, attingendo alle tradizioni mistiche ebraiche e cristane.

Przemysław Kaliszuk

PL “Questa dell’alpinismo è davvero un’idea idiota…”. Jan Długosz e la scrittura creativa della prosa alpinistica

L’articolo è dedicato alla prosa alpinistica di Jan Długosz. L’autore del saggio analizza la natura letteraria dei testi nel contesto di questioni di sublimità corporea e considera il modo in cui lo scrittore ha cercato di trasmettere la specificità dell’esperienza in montagna a un lettore che non aveva conoscenze specialistiche in materia di arrampicata. La scrittura di Długosz viene interpretata come un importante anello di congiunzione nello sviluppo della letteratura alpina polacca e la sua caratteristica distintiva è la natura letteraria “di mediazione”.

Marcin Czerwiński

PL La montagna come elemento fantastico e reale, come sfida e metafora. Un saggio provvisorio su come raggiungere la vetta, la scrittura e la lettura

L’articolo raccoglie rappresentazioni selezionate della (conquista della) montagna che compaiono nei testi letterari, partendo dai topos convenzionali della letteratura antica legati all’arte poetica, per finire con la descrizione contemporanea del processo creativo e delle attività artistiche interdisciplinari che utilizzano il simbolismo della montagna. La metafora della conquista di una vetta montana è anche uno schema di lettura della poesia citata nel saggio. L’articolo fa anche riferimento ad alcuni resoconti individuali selezionati di esperienze reali di alpinisti/scalatori himalayani e persino (auto­etnograficamente) dell’autore stesso. La narrazione, costruita a partire dai vari elementi attorno ai quali ruota il saggio, è un tentativo performativo di immaginare e seguire un sentiero di montagna.

Anna Dróżdż, Piotr Major

PL La montagna come spazio didattico – imparare la medicina in condizioni estreme

La medicina di montagna è una branca della scienza che si occupa dei problemi legati alla permanenza dell’uomo ad altitudini elevate e al funzionamento dell’organismo in condizioni estreme. A causa dell’aumento della popolarità del turismo montano, c’è una crescente richiesta di personale medico dotato di conoscenze e preparazione necessarie per riconoscere e risolvere i problemi medici dei pazienti che soggiornano nelle zone montane. Le montagne rappresentano uno spazio formativo unico nel suo genere, in cui si istruiscono i futuri medici e paramedici.

Marina Marengo

IT Il Il Massiccio Centrale attraverso le sue rappresentazioni letterarie

In questo saggio si vogliono indagare le modalità e le tipologie delle rappresentazioni letterarie relative al Massiccio Centrale, a partire dagli scrittori che hanno scelto questa porzione della media montagna francese come contesto per ambientare i loro romanzi. Si tratta di opere letterarie che hanno la peculiarità di rappresentare le azioni di territorializzazione degli abitanti e i loro modi di vita, di relazione e di produzione – di ieri o di oggi – di questa porzione di Francia a partire dalla fine dell’Ottocento. La valorizzazione del patrimonio letterario locale ha contribuito a creare nuove dinamiche di sviluppo locale nelle aree marginali della regione montana in questione, come gli itinerari letterari, i caffè letterari, le case degli scrittori, ecc.

Małgorzata Okupnik

PL “Ammiro di più le mogli degli alpinisti famosi che gli scalatori stessi”. Sulle narrazioni autobiografiche di Cecylia Kukuczka ed Ewa Dyakowska-Berbeka

L’arrampicata sull’Himalaya ha due facce. Da un lato, c’è una grande passione per la conquista delle vette, la lotta per la sopravvivenza in condizioni estremamente difficili e l’assunzione di rischi mortali. D’altro canto, c’è la sofferenza dei familiari degli scalatori: temono per la loro vita durante le spedizioni e, in caso di fallimento, dovranno affrontare il lutto della loro dipartita in montagna. Come ha affermato con eloquenza Wanda Rutkiewicz: “ammiro le mogli degli alpinisti famosi più degli scalatori stessi”. La passione dei loro mariti toglie alle donne più di quanto dia loro. Nell’articolo oggetto di studio sono i racconti autobiografici di Cecylia Kukuczka ed Ewa Dyakowska-Berbeka.

Teodoro Katinis

IT Lodare la lode. Il trattatello di Speroni sul genere dimostrativo

Questo contributo presenta un’analisi del breve trattato De genere demonstrativo del retore e filosofo padovano Sperone Speroni (1500-1588), una figura di grande rilievo del Cinquecento italiano. Il punto principale del trattato di Speroni è quello di difendere la retorica dimostrativa contro i suoi detrattori e di darle uno spazio più ampio di quanto non abbia fatto Aristotele nella sua Arte retorica. Mi concentro sul dialogo del testo con la tradizione retorica e sugli aspetti originali dell’argomentazione speroniana a favore della lode, con particolare attenzione alla tecnica dell’amplificazione. Nel condurre questo esame, metto in evidenza alcune delle strategie retoriche che Speroni stesso applica nell’elogio della lode.

Sara Gallegati

IT Appunti sulla “Virtù sconosciuta" di Vittorio Alfieri

All’interno dell’opera alfieriana, La Virtù Sconosciuta è uno dei testi più intimi dell’autore: l’opera, un dialogo tra Alfieri e l’amico defunto Francesco Gori Gandellini, restituisce un importante frammento della vita e della poetica dell’autore all’altezza del 1786. È infatti possibile rintracciare nel testo molti segni della vicenda letteraria alfieriana, passata e futura, e in primis alcune suggestioni riguardanti l’autobiografia, che l’autore inizierà a stendere di lì a poco, a partire dal 1789. Nel corso del presente contributo, però, si cercherà di mettere in luce la rilevanza politica dell’opera. Come sostenuto da Giuseppe Ricuperati, infatti, il dialogo, assieme ai trattati Della tirannide Del Principe e delle Lettere e al Panegirico di Plinio a Trajano, è debitore nei confronti della tradizione illuministica europea, e vicino ad autori come Montesquieu, Voltaire, Rousseau, Helvétius, Boulanger, Mirabeau, Diderot. Lo studio cercherà quindi di mettere in rilievo il tasso di politicità dell’opera vagliando diversi fronti: dalla scelta dell’interlocutore, un senese repubblicano, ai punti di contatto del dialogo con le opere politiche dell’astigiano. Saranno quindi scandagliati gli aspetti ecdotici e archivistici: l’opera viene infatti data alle stampe presso la tipografia di Kehl, dove Alfieri fa stampare altre sue opere di carattere più marcatamente politico, al fine di sottrarsi alle limitazioni della censura francese. La prima redazione della Virtù Sconosciuta, infine, compare nello stesso manoscritto che ospita le opere politiche già menzionate.

Elena Grazioli

IT Elémire Zolla e “Nuovi Argomenti”: il laboratorio di Eclissi dell’intellettuale

Il saggio esamina i contributi di Elémire Zolla a “Nuovi Argomenti”. Si evidenzia come la rivista sia stata considerata un “luogo privilegiato” per la pubblicazione delle sue opere, pubblicando i contenuti principali di Eclissi dell’intellettuale, nonostante l’intenso lavoro di Zolla nello stesso periodo a “Tempo Presente”. Più in generale, si analizzano i diversi contributi di Zolla al periodico di Carocci e Moravia, dalle risposte ai sondaggi al saggio più letterario Proust e la politica di potenza. L’obiettivo è quello di contestualizzare il suo primo lavoro a Roma all’interno della traiettoria generale della sua ricerca e dei suoi interessi accademici, con particolare attenzione alla teoria critica relativa alla società contemporanea.